giovedì 28 marzo 2013

RAM
radioartemobile


sarà presente alla 

Fiera Internazionale di
Arte Contemporanea di Milano
nella sezione
THENnow
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PAD. 3 STAND C11 C12
 
GIANFRANCO 
BARUCHELLO
 
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5 - 7 Aprile 2013
fieramilanocity - Porta Teodorico
Vernissage Giovedì 4 Aprile, ore 18.00
5-7 Aprile 2013 dalle ore 12.00 alle 20.00
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Domenica 7 aprile
12:15 – 13:15
Arte, ecologia e attivismo
Questo incontro esplora i modi in cui Gianfranco Baruchello e Piero Gilardi abbiano sfidato le convenzioni dell’arte visiva e i concetti di partecipazione e di emancipazione
Relatori:
Gianfranco Baruchello, Artista, Roma
Piero Gilardi, Artista, Torino
Marco Scotini, Curatore Indipendente e Direttore Dipartimento di Arti Visive, NABA, Milano
Moderatore: Alessandro Rabottini
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Sezione THENnow curata da:
Florence Derieux
, Direttrice, FRAC Champagne-Ardenne, Reims
Andrea Viliani
, Direttore Generale della Fondazione Donna Regina per le arti contemporanee, Napoli
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Gianfranco Baruchello, RAM radioartemobile, Roma
Mariana Castillo Deball, Pinksummer, Genova

La scelta di accostare i lavori di Gianfranco Baruchello e Mariana Castillo Deball è mossa dall’analisi di punti di tangenza tra le loro pratiche artistiche. Pur essendo distanti tra loro a livello generazionale e geografico, i due artisti mettono al centro della loro ricerca l’archivio di oggetti e elementi naturali nell’idea che la terra stessa sia un immenso museo.
Il progetto di Gianfranco Baruchello per THENnow prevede un’installazione visiva e sonora composta di vari elementi. Sei “scatole” contenenti differenti immagini, realizzate a partire da un oggetto, il modello anatomico di un orecchio installato in contesti differenti o fotografato nei dettagli, creano sei diverse situazioni visive e sonore. Le scatole sono anche delle casse acustiche e, attivate da un pedale, trasmettono il suono di un “La”, cioè la nota chiave suonata dal primo violino per accordare l’intera orchestra prima dei concerti. Ogni cassa emette un “La” suonato da diversi strumenti. L’installazione si compone anche di un banco di scuola degli anni ’70 al cui interno è collocato lo stesso modello di orecchio anatomico, con una piccola scala che sale verso il timpano a evocare la possibilità di entrare in un universo armonico, dove il “La” è la chiave per armonizzare tutti gli elementi. Sono presenti anche altri lavori recenti dell’artista su questa tematica.Le opere di Mariana Castillo Debal appartengono alla serie Mathematical Distortions del 2013: L’università di Göttingen non solo ha un’importante collezione di modelli matematici storici, ma la più estesa iniziata dal matematico tedesco Felix Klein. Usando una larga varietà di materiali e tecniche come gesso, legno, metallo e carta, la collezione cerca di rappresentare “l’impossibile” ovvero le equazioni matematiche e le superfici topologiche. La serie Mathematical Distortions, parte dalla collezione di Klein e stampati con un adattamento della tecnica “Scagliola” usata nel diciassettesimo secolo in Italia in sostituzione del marmo. La serie implica il tentativo di creare una connessione tra le idee astratte e i materiali mondani.

Gianfranco Baruchello,
nato a Livorno nel 1924, vive e lavora tra Roma e Parigi.
Pittore, film e video maker, scrittore, la sua ricerca è caratterizzata dalla sperimentazione di tecniche e linguaggi (assemblaggi, happening, realizzazione di eventi effimeri). Tra le partecipazioni a importanti manifestazioni internazionali d’arte contemporanea si segnalano: la Biennale di Venezia (1972, 1976, 1980, 1986, 1988, 1990, 1993 e 2011), dOCUMENTA di Kassel (1977 e 2012). Sue mostre personali sono state realizzate a Berlino, Bruxelles, Chicago, Francoforte, Milano, Monaco, New York, Parigi e Roma. Nel 1998 con la Fondazione Baruchello, trasferendo beni personali ad un ente pubblico, ha istituito uno spazio dedicato alla ricerca e alla sperimentazione artistica.

Mariana Castillo Deball,
nata a Città del Messico nel 1975, vive e lavora a Berlino.
La sua ricerca artistica si sviluppa tra racconti e favole popolari, attraverso viaggi e ricerche in archivi e biblioteche. L'artista costruisce il suo lavoro proprio a partire da quel grande patrimonio che è il passato, la storia. Mariana Castillo Deball ha partecipato ad alcune importanti manifestazioni come Manifesta 7 del 2008, Biennale Shangai del 2007, Biennale Atene del 2009, Biennale San Paolo del 2010, Biennale di Venezia del 2011 e a molte altre manifestazioni internazionali.

Gianfranco Baruchello
A MAJOR
2012-2013
Sei scatole in legno e vetro, altoparlanti, registratore, luci a led
Questo oggetto (da ascoltare, da guardare) finge una sua possibile appartenenza all’universo della musica, prendendone in prestito una sola nota, che però non è una nota qualsiasi ma un LA. Come tutti sanno con questo suono si sintonizza sotto la guida del direttore, l’orchestra prima di affrontare l’esecuzione di qualsiasi brano musicale.
Un celebre direttore, prima di dare il LA chiedeva ai musicisti “to mix all feelings together”.
Il suono/la nota del LA vuole appunto significare in questo contesto, l’invito a fondere in un solo “insieme” i sentimenti di tutti per far rivivere l’ “insieme” dei suoni concepito dall’autore. La funzione di questo oggetto “sonoro visivo” , è facile da usare: basta premere il pedale e il LA verrà dato. L’oggetto si avvale inoltre di alcune esplicite componenti visive.
Sei LA successivi sono accompagnati da sei diverse immagini dell’orecchio umano, meta, sito e strumento di ascolto indispensabile dove accogliere l’arrivo di quel suono destinato al cervello ( e anche al cuore) dell’ascoltatore. È l’orecchio l’habitat/casa del LA? E è sufficiente una piccola scala per accedervi? Qui l’invito si fa ovviamente ironico e il progetto è infatti opera non di un musicista ma di un artista visivo, uso a provocazioni più o meno innocue, che qui però testimonia, sia pur con mezzi elementari, amore e nostalgia per una possibile “orchestra” di intenti, desideri e sentimenti da mettere in comune. Questa volta basta un suono soltanto per invitare ad accordarsi, condividere e mettere insieme.
Gli spazi dell’ oggetto, simile alle scatole/vetrine che B. usa da molto tempo, sono questa volta riempiti di suono e di una sola immagine. L’immateriale e il visivo si sovrappongono per sollecitare percezioni e intese. Inoltre B. ha deciso di avvicinare a questa “scatola sonora” un precedente oggetto (del 1975) che qui riveste il ruolo di “presentatore” della mostra: un piccolo innocuo banco di scuola che ospita al suo interno tanto l’originale didattico di un orecchio in plastica quanto la “scala” per accedervi.

(Baruchello, 2013)

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