lunedì 26 gennaio 2009

Le Stelle di Mario Schifano



Mario Schifano era un pittore pop, beat e non solo. Un genio mediatico che dopo aver disegnato copertine per celebri gruppi dell’epoca come l'Equipe 84 sigillò la sua passione psichedelica con Le Stelle di Mario Schifano, un gruppo con cui l’artista realizzò una felice interazione tra musica, testo e arte visiva in storici concerti-eventi multimediali.

Il gruppo nasce dall'incontro tra Giandomenico Crescentini, ex bassista dei New Dada, il chitarrista romano Urbano Orlandi, e dal coinvolgimento anche dell’ex tastierista dei Wretched, Nello Marini e del batterista Sergio Cerra. La nuova formazione si stabilisce a Roma dove prova e conosce, tramite Ettore Rosboch, Mario Schifano, interessato specialmente in quel periodo alla multimedialità e quindi alla collaborazione con musicisti. Si danno poi un nome ad hoc, Le stelle di Mario Schifano, riferito a quelle particolari immagini astrali che l’amico artista raffigurava e che si vedono anche sulla bellissima copertina dell'unico album del gruppo, Dedicato a (per la BDS,casa discografica milanese distribuita dalla Ariston), con copertina argentata e interno sfogliabile con foto del gruppo da Schifano ritoccate, oggi apprezzatissimo dai collezionisti d’arte e specializzati.

Il loro primo concerto si svolge a settembre del 1967 al Teatro di via Belsiana a Roma e rappresenta un vero e proprio evento per l'avanguardia artistica italiana: allo spettacolo musicale è infatti affiancata la proiezione del film Anna Carini in agosto vista dalle farfalle, realizzato da Schifano e che egli proietta sui musicisti creando un effetto di immersione visiva psichedelica intensa e dando vita ad un evento d’arte globale. I musicisti suonano poi con successo a Torino –in un locale corrispettivo subalpino del Piper romano- e incidono negli studi "Fono Folk Stereostudio" il loro primo e unico disco: Dedicato a è nella storia della musica italiana un eccellente esempio di unicità, spirito anticommerciale, di rare influenze acide e psichedeliche ancora oggi all’avanguardia (recita l’intestazione della suite da 17 minuti "Le ultime parole di Brandimante” dall'Orlando Furioso: “da ascoltarsi con tv accesa, senza volume”). Come già indicato, a Schifano spetta la cura dell’intera veste grafica del disco.

Rientrato a Roma il gruppo si esibisce al Piper il 28 dicembre 1967, nello spettacolo organizzato da Schifano dal titolo I sogni e stelle. Il concerto è quindi, nuovamente, un evento multimediale, audiovisivo: un happening stroboscopio coinvolgente che prevede una stretta relazione con l’arte visiva. Infatti, contemporaneamente alla musica sono proiettati, su quattro grandi schermi panoramici, accanto a spezzoni di western, alcuni filmati sul Vietnam e film girati personalmente da Schifano (vedi note precedenti). Allo spettacolo partecipano anche il poeta e compositore Peter Hartmann ed Ettore Robosch entrambi al pianoforte, Shawn Philips alle chitarre, Gerard Malanga, direttamente dalla Factory di Andy Warhol, che si esibisce, come scrive Moravia, “in una specie di danza con candelotti”, [Moravia, Alberto, I sogni e le stelle. Al night club con i Vietcong”, in “L’Espresso”, 14 gennaio 1968] ricordando
anche l’intervento degli artisti Franco Angeli e Tano Festa…

Estratto dal catalogo di : Sottoterra. Esempi di arte urbana di oggi che dialoga con la sperimentazione di ieri

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