lunedì 19 settembre 2011

RAM radioartemobile

CAMERE XVI

La Terza Tigre


ROSSELLA BISCOTTI
MARK MANDERS
OLAF NICOLAI


a cura di

LORENZO BENEDETTI


RAM radioartemobile
Via Conte Verde 15 - Roma



Inaugurazione
19 Settembre 2011 ore 19.00


fino al 18 Novembre 2011

da martedì a sabato dalle 16.30
alle 19.30 e su appuntamento



L’identità, lo spazio, lo straniamento e la memoria. Si scivola e nella caduta si trova l’equilibrio nella 16a edizione di Camere. Anche questa volta gli ambienti di RAM si fanno testimoni di una dimensione del tutto speciale in cui si innestano le opere degli artisti invitati.

Mark Manders presenta Clay Figure with Iron Chair. Una scultura, solo apparentemente d’argilla, si sdraia su una sedia. Il linguaggio di Manders, volto alla creazione di elementi disturbanti e destabilizzanti, suggerisce l’impressione di essere testimoni di un qualcosa di congelato in quel preciso momento. I giornali che coprono la finestra sono una creazione dell’artista (Window with Fake Newspapers, fogli di quotidiani composti da una combinazione non-sense di parole inglesi) non fanno altro che accentuare la volontà di non voler dare nessun riferimento temporale.

Olaf Nicolai in questa mostra propone Camera (After Poussin). Il suo lavoro è da sempre incentrato sui meccanismi del processo artistico ed estetico, coniugando l’arte, la memoria e la ricerca con l’analisi e la rivisitazione di scene di vita quotidiana e la trasformazione dei beni di consumo. Sviluppando una vasta serie di progetti interdisciplinari, difficilmente si riesce a inquadrare la sua produzione in una categoria precisa, ma l’interesse per ciò che l’arte vuole esprimere e il media con cui si vuole farlo è alla base della sua ricerca.
La terza camera dello spazio romano si diffonde di una forte luce gialla proveniente dalla proiezione del video Yellow Film di Rossella Biscotti. Con il lavoro sul recupero della memoria storica, cerca nelle parole di pazienti della fine degli anni ‘80, sotto l’effetto del Pentotal, potente barbiturico, frammenti di un vissuto in via di sparizione. L’artista insegue ciò che è caduto nell’oblio, infiltrandosi nelle crepe. Lo recupera e lo trasforma. Per non dimenticare.
Durante l'inaugurazione la poetessa Marije Langelaar leggerà una selezione di poesie in un dialogo ben chiaro con le opere di Manders: un filo diretto tra un’identità nascosta nella scultura di quest’ultimo e un’identità rivelata nelle paroledi Langelaar.
Il testo critico della mostra La Terza Tigre è di Lorenzo Benedetti, Direttore della Stichting Beeldende Kunst Middelburg De Vleeshal di Middelburg (NL).


Rossella Biscotti è nata nel 1978 a Molfetta (BA). Vive e lavora ad Amsterdam.
Mark Manders è nato nel 1968 a Volkel in Olanda. Vive e lavora a Ronse in Belgio.
Olaf Nicolai è nato nel 1962 ad Halle an der Saale in Germania. Vive e lavora a Berlino
Marije Langelaar è nata nel 1978 a Goes in Olanda. Vive e lavora a Ronse in Belgio.

La Terza Tigre cercando una definizione di cosa sia lo spazio espositivo si potrebbe dire che è un luogo in cui si compie una traduzione, un confine in cui il visitatore può passare da una dimensione ad un'altra. Una linea che separa il reale da un numero illimitato di altri mondi, o di altre prospettive sul mondo. Una definizione che un luogo come Camere può evidenziare attraverso la tipologia semplice e preziosa dei suoi ambienti. Con i loro affreschi e i pavimenti decorati, la vista su un ottocentesco viale romano, le mostre in questo luogo sono testimoni di una prospettiva di quell'equilibrio speciale che si trova all'interno dell'arte. Le opere e il luogo danno la possibilità di creare un dialogo diretto tra il visitatore e l'artista. Nella prima sala c'è una figura sdraiata su una sedia, ha le sembianze di essere una scultura appena realizzata in argilla, un'opera di Mark Manders dal titolo "Clay Figure with Iron Chair". I giornali alla finestra accentuano l'impressione di essere all'interno di una fase di realizzazione della scultura. Ma l'apparenza inganna, nelle opere dell'artista olandese c'è un'evasione da qualsiasi dimensione temporale che potrebbe connotare di un riferimento storico l'opera. La scultura nasconde la sua identità in una sua fisicità che non vuole mostrare un segno del tempo. La sua esistenza si trova in quella mitologia di una storia intima, personale che l'artista cerca di conferire all'opera. Olaf Nicolai usa un esercizio concettuale nel trasformare elementi del quotidiano e della nostra cultura presente e passata in un idioma estetico ed artistico che permette permanenti nuove forme di esperienza del reale. Nelle opere esposte nella mostra ci si trova di fronte ad uno straniamento del materiale. A prima vista infatti sembra di vedere degli acquerelli, che l'artista ha realizzato con il proprio respiro, invece sono delle riproduzioni fotografiche di esse. In un rapporto con l'originale viene dato dal fatto che in questo caso ci troviamo di fronte ad una alterazione della realtà portando la stessa immagine su due formati diversi. Una proiezione mostra diversi tipi di giallo, come audio si sentono le registrazioni di sedute terapeutiche a base di Pentotal realizzate nei Paesi Bassi verso la fine degli anni ottanta. Rossella Biscotti riprende tali esperimenti in modo da poter ripercorrere delle tracce della memoria scomparse legate a situazioni storiche e sociali. In "Yellow Film" Biscotti ripercorre la relazione tra la memoria collettiva e l’inconscio personale.

Lorenzo Benedetti

Si ringraziano :

Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma

Accademia Tedesca Roma-Villa Massimo

Galleria EIGEN+ART di Berlino

ZENO X GALLERY di Anversa (B)

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www.radioartemobile.it

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