martedì 14 giugno 2011

VETTOR PISANI
APOCALYPSE NOW
LAMPEDUSA, CIMITERO LIQUIDO DEI MORTI VIVENTI DEL NORD AFRICA (SUD SAHARA)
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Palazzo Bagnara, p.zza Dante 89 - NAPOLI
vernissage 14 giugno ore 19.00

dal lunedi al venerdi ore 10.00 / 13.00 - 16.00 / 20.00 fino al 14 settembre 2011

Vettor Pisani eclettico pittore, architetto e commediografo ischitano, torna a Napoli con un’esposizione curata dalla Fondazione Morra nella suggestiva sede di Palazzo Ruffo di Bagnara, edificio nobiliare costruito tra il 1629 e il 1631, per volontà di Giovan Battista De Angelis,acquistato dal duca Francesco di Bagnara e restaurato nel 1660 dall’architetto Carlo Fontana, allievo del Bernini.
La ricerca artistica di Pisani si snoda in istallazioni, performance, azioni nel tempo e nello spazio, nell’orizzonte di citazioni, metafore e suggestioni. La sua prima mostra "Maschile, femminile e androgino. Incesto e cannibalismo in Marcel Duchamp" (1970) che si tenne alla Galleria La Salita (Roma), inaugura una produzione artistica ricca di riferimenti alla storia dell’arte, alla mitologia e alle simbologie dei Rosacroce e della Massoneria, pur con uno sguardo rivolto all’attualità. Così il mito di Edipo si carica di significati esoterici, evoca il tema del regressum in utero, e quello del labirinto, analogia del reale. Capolavori dell’arte rivivono, destrutturati, trasfigurati, rivelando nuovi contenuti, in un teatro comico-didattico con continui richiami a simbologie alchemico-massoniche.
L’Isola dei Morti di Böcklin resta il caposaldo dell’immaginario simbolista che ha dettato gran parte dei capolavori di Pisani, ma il suo spirito inquieto, nelle sue passeggiate trasversali nella storia dell’arte, si congiunge idealmente anche e soprattutto con l’opera di Duchamp, Klein e Beuys. La sua arte vuole fornire una chiave di lettura del presente, dell’attualità, dell’Occidente, fondata sull’esperienza critica del passato, un passato fagocitato, digerito, trasfigurato e assimilato al punto da creare immagini nuove specchio della complessità del quotidiano, con un linguaggio che si ispira a quanto di irreale e di irrazionale c'è nei sogni.
Le sue installazioni sono pervase da un forte carattere misterico e da uno spiccato senso della teatralità, capace di volgere lo sguardo verso orizzonti che riflettono la complessità contemporanea per le modalità operative, per la flessibilità multimediale e per la libertà d’azione che sa mettere in campo nel suo operare artistico.

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