giovedì 19 febbraio 2009

Perché mi piace LA RADIA (20 Febbraio 2009)

Ore 11.20


LA RADIA



Manifesto futurista dell'ottobre 1933

F.T.Marinetti, Pino Masnata


(Pubblicato nella "Gazzetta del Popolo")



La radia non deve essere

1. teatro - perchè la radio ha ucciso il teatro giá sconfitto dal cinema-sonoro
2. cinematografo - perchè il cinematografo é agonizzante a) di sentimentalismo rancido di soggetti b) di realismo che avvolge anche alcune sintesi simultanee c) di infinite complicazioni tecniche d) di fatale collaborazionismo banalizzatore e) di luminositá riflessa inferiore alla luminositá autoemessa della radio-televisiva
3. libro perchè il libro che ha la colpa di avere resa miope l'umanitáimplica qualcosa di pesante strangolato soffocato fossilizzato e congelato (vivranno solo le grandi tavole parolibere luminose unica poesia che habisogno di essere vista)


La radia abolisce
1. lo spazio o scena necessaria nel teatro compreso il teatro sintetico futurista (azione svolgentesi su una scena fissa e costante) e nel cinema (azioni svolgentisi su scene rapidissime variabilissime simultanee e sempre realiste)
2. il tempo
3. l'unitá d'azione
4. il personaggio teatrale
5. il pubblico inteso come massa giudice autoeletto sistematicamente ostile e servile sempre misoneista sempre retrogrado


La radia sará
1. Libertá da ogni punto di contatto con la tradizione letteraria e artistica Qualsiasi tentativo di riallacciare la radia alla tradizione é grottesco
2. Un'Arte nuova che comincia dove cessano il teatro il cinematografo e la narrazione
3. Immensificazione dello spazio Non piú visibile nè incorniciabile la scena diventa universale e cosmica
4. Captazione amplificazione e trasfig urazione di vibrazione emesse da esseri viventi da spiriti viventi o morti drammi di stati d'animo rumoristi senza parole
5. Captazione amplificazione e trasfigurazione di vibrazioni emesse dalla materia Come oggi ascoltiamo il canto del bosco e del mare domani saremo sedotti dalle vibrazioni di un diamante o di un fiore
6. Puro organismo di sensazioni radiofoniche
7. Un'arte senza tempo nè spazio senza ieri e senza domani La possibilitá di captare stazioni trasmittenti poste in diversi fusi orari e la mancanza della luce distruggono le ore il giorno e la notte La captazione e l'amplificazione con le valvole termojoniche della luce e delle voci del passato distruggeranno il tempo
8. Sintesi di infinite azione simultanee
9. Arte umana universale e cosmica come voce con una vera psichologia-spiritualitá dei rumori delle voci e del silenzio
10. Vita caratteristica di ogni rumore e infinita varietá di concreto-astratto e fatto-sognato mediante un popolo di rumori
11. Lotte di rumori e di lontananze diverse cioè il dramma spaziale aggiunto al dramma temporale
12. Parole in libertá La parola é andata sviluppandosi come collaboratrice della mimica e del gesto Occorre la parola sia ricaricata di tutta la sua potenza quindi parola essenziale e totalitaria ció che nella teoria futurista si chiama parola-atmosfera
13. Le parole in libertá figlie dell'estetica della macchina contengono un'orchestra di rumori e di accordi rumoristi (realisti e astratti) che soli possono aiutare la parola colorata e plastica nella rappresentazione fulminea di ció che non si vede Se non vuole ricorrere alle parole in libertá il radiasta deve esprimersi in quello stile parolibero (derivato dalle nostre parole in libertá) che giá circola nei romanzi avanguardisti e nei giornali quello stile parolibero tipicamente veloce scattante sintetico simultaneo
14. Parola isolata ripetizione di verbi all'infinito
15. Arte essenziale
16. Musica gastronomica amorosa ginnastica ecc.
17. Utilizzazione dei rumori dei suoni degli accordi armonie simultaneitá musicali o rumoristi dei silenzi tutti con le loro gradazioni di durezza di crescendo e di diminuendo che diventeranno degli strani pennelli per dipingere delimitare e colorare l'infinito buio della radia dando cubicitá rotonditá sferica in fondo geometria
18. Utilizzazione delle interferenze tra stazioni e del sorgere e della evanescenza dei suoni
19. Delimitazione e costruzione geometrica del silenzio
20. Utilizzazione delle diverse risuonanze di una voce o di un suono per dare il senso dell'ampiezza del locale dove la voce viene espressa
21. Caratterizzazione dell'atmosfera silenziosa o semisilenziosa che avvolge e colora una data voce suono rumore
22. Eliminazione del concetto o prestigio di pubblico che ha sempre anche per il libro esercitato un'influenza deformante o peggiorante



Perché mi piace la radio
(Articolo di Marinetti sul Radiocorriere n°15 - 1932)

Perché abolisce la tediosa e veramente passatista sala di conferenze e il suo pubblico giudice autoeletto, sistematicamente ostile o servile, sempre misoneista, sempre retrogrado o ritardato
Perché sostituisce il libro. Ha molti meriti, ma disgraziatamente implica sempre qualcosa di pesante, strangolato, soffocato fossilizzato e congelato.
Perché sostituisce tutte le vecchie forme del teatro che salvo poche eccezioni, sono tutte morte.
Perché lontano dalle sale di conferenze, dal teatro e dal libro, la radio trasforma il pensiero in vivente e palpitante atmosfera dinamica, cioè agile, tentacolare, vaporosa aviluppante, imponderabile come il pensiero al suo nascere.
Perché esclude completamente tutte le forme passatiste dell'arte e della letteratura. Infatti non si può senza offendere brutalmente un apparecchio radio, declamArvi dentro vecchi poeti, archeologie, storia, pettegolezzi e nostalgie pessimiste.
Perché le sue onde vibrano di gioia quando io confido loro le grandi invenzioni del genio creatore italiano, come l'aeropittura e l'aeropoesia inventate dai fururisti italiani e i nomi gloriosi di Prampolini, Balla, Dottori, Bruno sanzin, Farfa, Oriani; la trionfale prima serata di teatro relaizzata a Bologna con l'intelligente collaborazione della Stabile Filodrammatica bolognese e la grande Mostra di fotografie futuriste mirabilmente organizzata da Bruno Sanzin ed elogiata dall'intelligente pubblico triestino.
Perché dopo aver permesso ai continenti di parlarsi tra di loro, abolendo l'antico strazio e doloroso delle distanze, permette ora di realizzare i dialoghi degli aeroplani camuffati nel nuovo teatro aereo, ideato dal grande aviatore, poeta, futurista, compianto Fedele Azzari.
Amo la radio perché sono futurista, cioè innamorato del genio creatore inesauribile della razza italiana.


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